La giustizia secondo i giovani. Riflessioni al convegno di Castellanza gli studenti parlano di giustizia

Sguardi attenti, grande partecipazione. E, soprattutto, la consapevolezza di dover ricordare quella storia per riaffermare un messaggio di pace e legalità. Gli studenti delle scuole di Castellanza hanno preso parte a un incontro organizzato dall’amministrazione comunale nell’aula magna dell’istituto “Carolina Albasio” con il sostituto procuratore Franco Belvisi.

Tema conduttore: la giustizia. L’occasione è stata la commemorazione dei delitti dei giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uccisi con due attentati il 23 maggio e 19 luglio 1992.

Con Falcone perirono la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro, con Borsellino gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muti, Eddie Cosina e Claudio Traina. Tutti avvolti nell’abbraccio affettuoso e commosso dei giovani castellanzesi.

“La mafia – ha ricordato il sindaco Mirella Cerini -che può sembrare un fenomeno lontano da noi, in realtà è presente in mezzo a noi, voglio ricordare che recentemente a Castellanza sono stati confiscati due immobili per attività mafiosa, strutture che sono state poi donate al comune e che noi abbiamo ridato alla collettività affidandole ad associazioni di volontariato”.

Belvisi si è soffermato su giustizia e legalità partendo dalla raffigurazione dell’immagine della dea iustitia “con gli occhi bendati, la spada sguainata e una bilancia appesa a un braccio”.

Simboli che, ha sottolineato, “stanno a significare le tre caratteristiche fondamentali che deve avere chi amministra la giustizia, occhi bendati che rappresentano l’oggettività di un giudice nel giudicare, spada sguainata che simboleggia l’autorità e la forza della legge perchè venga rispettata e bilancia, emblema dell’equilibrio , della ponderatezza mediante la quale un giudice soppesa le ragioni di chi ha davanti”. 

Nel novero degli argomenti anche uno dei cancri del mondo giovanile, il bullismo e il cyberbullismo. “La tecnologia – ha precisato Belvisi – ha aggravato ulteriormente la questione del bullismo e io sono convinto che le scuole debbano sensibilizzare maggiormente i ragazzi su questo fenomeno, le vittime di bullismo non sono persone deboli bensì persone miti , se vedete un amico o anche uno sconosciuto maltrattato da un bullo, vi prego, intervenite e segnalatelo alle autorità preposte”. 

Belvisi ha sottolineato poi come “Falcone e Borsellino diedero la vita per i valori in cui credevano e non hanno mai fatto un passo indietro nonostante la paura e il terrore, oggi è soprattutto la ndrangheta ad avere più potere in Italia, con forte influenza anche in Lombardia “.

Un messaggio che gli studenti hanno fatto loro come monito a farsi promotori  di pace e legalità nel loro quotidiano. 

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